Un’estate da ricordare – Kindling recensione film di Connor O’Hara con Conrad Khan, Mia McKenna-Bruce, George Somner, Wilson Mbomio e Rory J. Saper
L’adolescenza è un periodo della vita che – tra emozioni brucianti e un anarchico senso di libertà – infonde una nostalgia che resta negli anni a venire. Sarà per questo che i film che trattano il tema riscontrano sempre un così ampio successo di pubblico (da Donnie Darko a Noi siamo infinito passando per Lady Bird).
Connor O’Hara, per la prima volta dietro la macchina da presa per un lungometraggio, con Un’estate da ricordare – Kindling gira un film dal sapore agrodolce con un forte retrogusto di amicizia e amore per la vita.
Siamo cinque figli unici che sono diventati fratelli.
(Un’estate da ricordare – Kindling)
“Ti restano tre anni”, hanno detto i medici a Sid… ormai tre anni fa. Da quel momento i ticchettii dell’orologio hanno iniziato a pesare come macigni sul cuore del giovane ragazzo.
Arrivato alla sua ultima estate, Sid vuole fare qualcosa di memorabile col suo gruppo di amici. Un rituale che lo imprima nei loro ricordi, per sempre. Da qui l’idea di scegliere cinque oggetti significativi della sua vita (uno per ogni membro del gruppo), e bruciarli in un grande falò.
Fondamentalmente tutto ciò che brucia va nell’aria.
(Un’estate da ricordare – Kindling)
Nonostante protagonista sia tutto il gruppo, è Sid spiccare sulle personalità poco definite dei suoi amici. Seguiamo la sua paura contrapposta alla voglia di essere considerato come tutti gli altri, al di là della sua malattia. Osserviamo il suo dolore nel vedere un mondo che, ben presto, andrà avanti senza di lui.
In alcuni punti, la vena drammatica che irrora l’intera vicenda cade nelle grinfie della retorica, perdendo la sua intensità. Gli ingredienti per prosciugare i condotti lacrimali dello spettatore ci sono tutti, monologhi struggenti compresi, e si ravvisa quasi una ridondanza nel voler per forza colpire all’emotività del pubblico.
Si vuole rendere ogni messaggio fin troppo esplicito, dichiarando guerra a quei silenzi che – a volte – riescono a dire più delle parole. Tuttavia i momenti toccanti non mancano e l’idea di fondo, per quanto semplice, non è sviluppata male.
La parte migliore della mia vita è stata conoscervi.
(Un’estate da ricordare – Kindling)
Chi si è lasciato trasportare da film come Colpa delle stelle e Noi siamo infinito, apprezzerà anche questa loro fusione, arricchita dallo sguardo soggettivo del regista, presente per tutta la durata dell’opera.