Un Matrimonio Mostruoso recensione film di Volfango De Biasi con Massimo Ghini, Paola Minaccioni, Ilaria Spada, Ricky Memphis, Maurizio Mattioli, Paolo Calabresi e Claudio Greg Gregori [Anteprima]
Il termine “mostro” viene generalmente associato a qualcosa di negativo, a una figura disumana e innaturale dagli scopi maligni che, all’interno di una narrazione, è volta a incutere paura e terrore.
Ad aver costruito questo immaginario sono stati alcuni romanzi dell’Ottocento, tra i quali Frankestein di Mary Shelley e Dracula di Bram Stoker. Genere diffuso nel cinema sin dal 1931 e alimentato poi dai vari adattamenti ad oggi riconducibili al filone dei “mostri classici della Universal”; una serie di pellicole dedicate ai personaggi sopra citati e ad altri.
A rompere questo canone è stato Charles Addams che nel 1938 dà vita alla Famiglia Addams; un fenomeno nato come una serie di vignette, approdato poi nel cinema, televisione e videogiochi. Addams affronta il gusto per il macabro con ironia e leggerezza al fine di creare comicità partendo dagli stilemi del racconto orrorifico.
I mostri non sono più esseri terrificanti. Sono personaggi macchiettistici assurdi e divertenti, spesso calati in contesti quotidiani che vengono resi surreali proprio dalle loro caratteristiche tipiche.
È a questo che probabilmente, nel 2021, Volfango De Biasi si era ispirato per il suo film, Una Famiglia Mostruosa, i cui personaggi sono tornati in un nuovo e più potente capitolo: Un Matrimonio Mostruoso.
A differenza del suo predecessore, quest’ultimo film (al cinema dal 21 giugno) riesce a cogliere il potenziale dei propri personaggi e a esprimerlo sullo schermo con molte meno difficoltà. Il regista dà vita ad una commedia dalla trama classica, ma che si sviluppa proprio grazie agli elementi fantasy ripresi dai tratti tipici dei protagonisti.
La famiglia è composta da vampiri, streghe e licantropi; è su questo canovaccio che vengono innestate le gag che accompagnano la storia.
Le situazioni assurde che si generano in un contesto fantasioso e stereotipato diventano la vera potenza del racconto, riuscendo a rendere interessante anche una sceneggiatura già vista e rivista in tante altre commedie italiane per famiglie.
Di matrimoni, tradimenti, incomprensioni e litigi sul grande schermo ne abbiamo visti a bizzeffe, specie nei nostri cinepanettoni. Un Matrimonio Mostruoso riesce comunque a strappare una risata spontanea e genuina, pur trattando temi “classici”.
Sono i protagonisti a fare la differenza: un marito che, in quanto vampiro, non si separa dalla moglie per inseguire la bellezza dell’amante, ma piuttosto per assaggiarne il sangue saporito. Una giovane coppia di sposi che si trova in crisi perché lui, in quanto licantropo, passa la notte lontano quando c’è la luna piena, e così via.
Un matrimonio mostruoso è una pellicola con pochi tratti originali – specie nella scrittura – ma che fa di quei pochi tratti il proprio punto di forza, e grazie a questo riesce a farsi riconoscere come una buona commedia per famiglie.
Cattura l’attenzione dei più piccoli con i costumi e gli effetti speciali che condiscono la storia, suscitando interesse anche nei più grandi che, se non saranno affascinati dalle varie creature, si lasceranno perlomeno trasportare da un intrattenimento leggero.