Una notte violenta e silenziosa recensione film di Tommy Wirkola con David Harbour, John Leguizamo, Leah Brady, Cam Gigandet, Alex Hassell, Alexis Louder e Beverly D’Angelo
Il 7 ottobre del 2022 al New York Comic-Con, Tommy Wirkola – il ‘folle’ regista e sceneggiatore norvegese del dittico Dead Snow e dell’interessantissimo The Trip, distribuito da Netflix (di Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe preferiamo non parlare) – ha presentato in anteprima mondiale quello che si può definire il secondo film natalizio più sboccato ed esilarante di sempre, Una notte violenta e silenziosa (Violent Night), in uscita italiana dal primo di dicembre con Universal Pictures.
La sera del 24 dicembre, in un pub di una Bristol sepolta sotto una lenta ma abbondante nevicata, Babbo Natale (David Harbour) si prende una sbronza colossale, confessando a sé stesso e ai pochi altri avventori del locale che questo sarà il suo ultimo Natale: è stanco, e demotivato; un’ultima notte di lavoro e poi sarà tutto finito… Barcollando raggiunge il tetto del locale, laddove è posteggiata la sua slitta, con tanto di renne, ed ancora ubriaco si mette alla guida… fino a raggiungere una sfarzosa villa immersa nelle campagne americane del Connecticut, protetta come fosse Fort Knox, poiché appartenente alla tanto importante quanto disfunzionale casata dei Lightstone.
Santa Claus non sa che presto quella villa verrà presa d’assalto da una squadra di violenti e sadici assassini, capitanata da uno spietato odiatore del Natale, chiamato dai suoi aiutanti – non casualmente – Mr. Scrooge (John Leguizamo). La missione di quest’ultimo è organizzata con precisione maniacale: sterminare l’intera stirpe dei Lightstone, svuotare il caveau sotterraneo che nasconde ben trecento milioni di dollari e fuggire dal Paese. Ma non ha fatto i conti con la giovane e piena di risorse Trudy Lightstone (Leah Brady) e con il walkie-talkie che suo padre le ha regalato ‘per parlare con Babbo Natale’.
Come dalle attese, anche questo nuovo film di Wirkola offre allo spettatore un alto grado di intrattenimento e divertimento, giocando con tutti i topos del cinema natalizio, mescolati questa volta ai cliché – e le regole – di quello d’azione e dell’home invasion thriller: violenza a volontà, linguaggio scurrile e umorismo nero, elementi che l’interprete principale David Harbour gestisce senza troppa fatica, portandosi dietro un’importante eredità cinematografica e seriale che non può che ampliare il suo carisma e più in generale la sua personalità, così carica di ironia e rabbia repressa.
Una notte violenta e silenziosa riesce nell’impresa, molto spesso ardua, di intrattenere il pubblico con un racconto natalizio estremamente classico riletto in chiave originale. Nonostante infatti gli elementi narrativi siano i più tradizionali del filone – dallo scontro tra amanti e detrattori del Natale, alla lotta interna alla famiglia, fino all’incredibile potenza simbolica della fanciullezza e dunque dell’innocenza – Violent Night diverte e conquista, per la sua verve e l’incredibile forza umoristica. Il merito è della lente registica di Wirkola, del suo gusto spiccatissimo per la violenza splatter e l’umorismo sboccato che non solo non stancano mai, ma divertono come pochissimi altri titoli si rivelano in grado di fare.
Con il sangue che scorre a fiumi e schizza come nel cinema dei migliori Tarantino o Rodriguez, Wirkola e i due ottimi sceneggiatori di questo film, Pat Casey e Josh Miller (Sonic 1 e 2), sembrano voler catturare una parte del pubblico, quella annoiata dalla stucchevolezza dell’atmosfera natalizia ‘da pubblicità’ composta di addobbi impeccabili, famiglie amorevoli e un appiccicoso sentimentalismo estremamente distante dalla realtà.
Lo zampino di David Leitch (che produce il film con la sua 87North Productions) suggerisce un accostamento con il Deadpool di Ryan Reynolds: anche questo Babbo Natale è un antieroe recalcitrante desideroso di una vita più semplice ma pur sempre sensibile ai richiami della sua coscienza, un personaggio che ripartendo dal suo passato è capace di una rapidissima autoanalisi e di riscoprirsi eroe (con più di un elemento in comune con altri guerrieri nordici di quest’annata cinematografica).
L’estremizzazione burbera, sboccata e violenta della figura certamente mitologica di Babbo Natale si rivela ammorbidita rispetto a quanto ci si potrebbe attendere dal curriculum di Tommy Wirkola, senz’altro per evitare una classificazione ancora più rigida (il film è vietato ai minori di 14 anni), che avrebbe nociuto ad un titolo che vuole essere estremamente commerciale.
Per quanto bad, quindi, il Santa Claus di David Harbour resta secondo per scorrettezza dietro al Babbo Bastardo interpretato da Billy Bob Thornton nel film del 2003 di Terry Zwigoff, il quale resta il miglior Babbo Natale antieroe di sempre.
Nonostante ciò, se siete alla ricerca di un vero film natalizio capace di combinare tra loro con grande sapienza e divertimento titoli come Die Hard e Shoot’em Up ed altri come Mamma ho perso l’aereo, – e non vi impressionano barbe insanguinate, calzini delle feste riempiti di palle da biliardo e dolcissimi ma acuminatissimi bastoncini di zucchero – , il gusto narrativo e scenico di Tommy Wirkola valgono il vostro tempo.
Una notte violenta e silenziosa: Violent Night, o il Natale finisce questa notte.