Una Storia Nera recensione film di Leonardo D’agostini con Laetitia Casta, Andrea Carpenzano, Cristiana Dell’Anna, Lea Gavino, Mario Sgueglia, Giordano De Plano e Licia Maglietta [Anteprima]
Leonardo D’Agostini (classe 1977) s’era fatto notare con Il campione nel 2019, un’ottima opera prima interpretata da Stefano Accorsi e Andrea Carpenzano, quest’ultimo ritorna a lavorare con il regista romano per la seconda volta.
Tratto dall’omonimo romanzo di Antonella Lattanzi del 2017 Una storia nera esce nelle sale il 16 maggio: produce Matteo Rovere per Grøenlandia insieme a Rai Cinema che distribuisce.
Vedendo il film di D’Agostini non si può che associarlo, inevitabilmente, ad Anatomia di una caduta, diretto da Justine Triet.
Siamo a Roma, ai giorni d’oggi (nel libro è il 2012). Un’auto sfreccia nella notte estiva, si ferma sul ciglio del Tevere, qualcuno butta un cadavere nell’acqua. Qualche tempo dopo il corpo sarà ritrovato: è quello di Vito Semeraro, l’uomo che quella sera aveva festeggiato il compleanno della figlia piccola Mara, insieme ai fratelli maggiori Nicola e Rosa, tutti e tre avuti dall’ex moglie Carla, presente alla strana riunione di famiglia.
Sembra tutto chiaro, o quasi, perché gli indizi sono tutti contro Carla, che si difende dichiarando che lui stava per aggredirla.
Un triste sipario su una storia dolorosa, fatta di botte, vessazioni e gelosia sfrenata, durata per più di vent’anni, finita appunto con un divorzio.
Il film, tendente al nero e certo al noir, gioca con il genere processuale, lasciando affiorare lentamente la verità, che riserva un colpo di scena finale.
L’amore coniugale che si trasforma in inferno, come accade anche nel francese Il coraggio di Blanche ancora nelle sale. È il tema della storia costruita addosso al corpo, al viso e ai capelli di Laetitia Casta, nel ruolo della sensuale francese che lascia la natia Francia per stare vicino a quell’uomo italiano presto rivelatosi un mostro.
“Voi lo sapete perfettamente quello che pensate? Quello che volete? Voi potete dividere tutto con certezza, giusto e sbagliato, sì e no, questo e quello?”: è il passaggio clou dell’autodifesa di Carla, nell’aula di tribunale.
Nel frattempo seguiamo le vicende personali dei figli, specie del rabbioso Nicola chiamato a fare da capofamiglia, dell’odiosa suocera Mimma, ricca, meridionale e timorata di Dio, e del nuovo compagno di Carla, ovvero il mite e timoroso Manuel.
Sulle buone intenzioni di Una storia nera non ci sono dubbi e bisogna dire che gli interpreti si adeguano ad un clima tra malato e ipocrita, con affondi melodrammatici piuttosto urlati, parecchio sottolineati: da Andrea Carpenzano a Lea Gavino, da Cristiana Dell’Anna alla ritrovata Licia Maglietta, rispettivamente nei ruoli di Nicola, Rosa, del pubblico ministero e di Mimma.
Un’opera che riesce a raccontare un amore malato, reso alla perfezione dai protagonisti principali, ma con un coup de theatre finale che lascia lo spettatore letteralmente spiazzato.