Upload recensione serie TV di Greg Daniels con Robbie Amell, Andy Allo, Kevin Bigley, Allegra Edwards e Zainab Johnson su Amazon Prime Video
Greg Daniels deve essersi ispirato a Yuval Noah Harari* lavorando all’idea che c’è dietro all’ultima produzione originale targata Amazon Studios. Gli esseri umani che popolano il mondo di Upload sono riusciti a compiere un considerevole passo verso l’immortalità. Ad un problema tecnico come la cessazione delle funzioni corporee l’ingegno umano ha corrisposto una soluzione tecnologica con l’invenzione di realtà virtuali in cui prolungare digitalmente la propria esistenza, seguendo la tendenza della moltitudine di app e servizi che nel terzo millennio stanno semplificando e trasformando il concetto stesso di vita.
Grazie al progresso tecnologico, chiunque tiri le cuoia ha la possibilità di effettuare un upload di se stesso all’interno di uno dei servizi offerti, compatibilmente con il volume della propria carta di credito o di chi ne faccia le veci. Se nel 2033 morissimo disgraziatamente in uno strano incidente d’auto e i nostri partner fossero estremamente facoltosi e oppressivi, potremmo tranquillamente finire a Lakeview, il buen retiro in riva al lago dotato di tutti i costosi comfort sognato da tutti. Ovviamente è quello che succede a Nathan Brown (Robbie Amell) ed è l’evento scatenante che incrina istantaneamente la promessa di un mondo idilliaco in cui la morte può essere ingannata.
Tutti i personaggi, reali come “l’Angelo” del servizio clienti interpretato da Andy Allo e digitali come l’eccentrico Luke di Kevin Bigley, che accompagnano noi e Nathan in questa nuova possibiltà esistenziale, esplorano le implicazioni e le storture di un futuro in cui modelli di business e sistemi economici hanno rotto definitivamente gli indugi appropriandosi di uno dei pochi spazi sacri rimasti all’uomo.
Si parte dai fastidiosissimi pop-up pubblicitari e gli acquisti in-app per arrivare a riflessioni su questioni serie come digital properties, disuguaglianza sociale e rating ossessivo-compulsivo diluite in una comicità costantemente sopra le righe, oltre ad una serie di tematiche per forza di cosa incidentali ma non meno importanti (essere costantemente visibili da qualcuno da remoto vi dice niente?).
La chiave che riesce a tenere insieme tutto questo è la continua sovraesposizione di ciò che accade nelle traiettorie narrative al punto di chiedersi se non sia tutto una presa in giro. Quello che però viene racchiuso nella prima stagione di Upload altro non è che una proiezione basata sulla direzione presa realmente dall’umanità negli ultimi vent’anni e di positivo si intravede ben poco.
L’unica speranza deriva, come sempre, dal fatto che al centro di tutto ci sia sempre lo stesso ammasso di muscoli, ossa e fluidi. Nel bene e nel male.
Upload è disponibile dal 1 maggio su Amazon Prime Video*, gratis per i primi trenta giorni insieme a tutti i vantaggi di Amazon Prime*. Cliccate qui per iscrivervi gratis.
*In qualità di Affiliato Amazon MadMass.it riceve un guadagno dagli acquisti idonei.