Utopia recensione serie TV di Gillian Flynn con John Cusack, Ashleigh LaThrop, Dan Byrd, Sasha Lane, Desmin Borges, Jessica Rothe, Rainn Wilson, Christopher Denham e Cory Michael Smith
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Non è facile scrivere questa recensione. Nel 2013 la visione della versione originale inglese di Utopia fu un’esperienza particolarmente segnante. Il cospirazionismo estremo, l’ultraviolenza come strumento narrativo, il registro visivo ipnotico e fortemente contrastato erano delle cifre capaci di lasciare un segno profondo in un mondo che stava conoscendo la fine della pietra miliare Breaking Bad.
L’idea che il mondo potesse essere salvato da un fumetto contente indicazioni sulle minacce pronte a disgregarlo era il punto di partenza della distopia partorita da Dennis Kelly su cui intessere un’escalation di teorie del complotto – l’influenza russa, il “Network” – che si propagavano in maniera concentrica destabilizzando lo spettatore. Non è un caso che all’epoca una sequenza abbastanza cruda scatenò l’ira del pubblico britannico e produsse la bellezza di 81 reclami scritti alle autorità nazionali competenti.
Se Utopia aveva un pregio, oltre a quello di essere innovativa e fuori dal comune, era quello di essere un prodotto eversivo capace di incollare lo spettatore davanti a qualcosa che oggi verrebbe definita forse malata. Onore ad Amazon per creduto nel rilancio di un progetto che quasi dieci anni fa aveva messo a ferro e fuoco il Regno Unito e non solo, raccogliendo probabilmente un pubblico inferiore a quello che avrebbe meritato, ma qualcosa è andato storto. Se l’impianto di fondo è rimasto sostanzialmente lo stesso, sul reboot della nota piattaforma streaming sembra essersi depositata una strana patina di comune entertainment.
Il cast è di buon livello – un ottimo Rainn Wilson, un convincente Christopher Denham – il nuovo setup è estremamente intelligente per accompagnare Jessica Hyde (Sasha Lane) e i fan sfegatati di Utopia nella folle corsa per salvare il mondo, ma il principale nemico di Utopia crediamo sia stato il tempo intercorso tra l’opera originale e il nuovo prodotto targato Amazon Prime Video.
In un mondo occidentale attanagliato quotidianamente e in maniera pericolosa da cospirazionismo, epidemie, negazionismo e che ha visto realizzarsi alcuni elementi già immaginati da Dennis Kelly anni fa, la versione 2020 ha perso originalità ed eversione trovandosi in una realtà sicuramente ingenua, ma in maniera diverso rispetto al passato, in ogni aspetto della società.
Siamo davanti ad un’opera fuori tempo massimo non solo per chi è in grado di fare il confronto con l’originale, ma anche per chi ha seguito la direzione del mondo degli ultimi anni volente o nolente. Ridurre in questo modo Utopia a semplice intrattenimento di consumo senza i reclami furiosi del pubblico che la guarda e la sua carica eversiva, ha trasformato il lupo in agnello che, per quanto carino, è maggiormente esposto e quasi condannato a soccombere in un oceano audiovisivo che sta crescendo a dismisura.