Il terzo giorno della Mostra sarà ricordato dai più per l’approdo al Lido di Lady Gaga, protagonista di A Star Is Born, primo film da regista di Bradley Cooper. Presentata fuori concorso, questa opera prima segue schemi convenzionali ma può contare su una colonna sonora di altissimo livello e sulle grandi performance dei due protagonisti. Cooper infarcisce il suo film di cliché ma lo fa con grande mestiere e, soprattutto, sa quello che il pubblico vuole. Nonostante la continua ricerca della lacrima facile e qualche ruffianeria, A Star Is Born si segue tutto d’un fiato e crea un pathos emotivo progressivo che si sprigiona definitivamente con il primo concerto della coppia, dove Lady Gaga può liberare finalmente il suo estro artistico. Se non altro il film ha il pregio di trasformare il sogno americano in una semplice soddisfazione, condita dalla classica critica al music business. Medio ma destinato a piacere (molto). (3 stelle su 5)
De La ballata di Buster Scruggs ne parliamo più approfonditamente nella nostra recensione in anteprima dalla Mostra di Venezia.
Nel Day 2 ci eravamo lasciati con Doubles vies, il nuovo film di Olivier Assayas presentato in Concorso. Il regista francese continua con il suo discorso sul rapporto tra digitale e materia, scegliendo però in questo caso di declinarlo attraverso la commedia. Un salto rispetto alle sue opere precedenti che finisce col dare più forza al suo pensiero. Attraverso l’incontro-scontro tra due coppie intellettuali e borghesi (e relativi amici), Assayas sceglie una via doppia, lavorando sulle contraddizioni. Doubles vies è un film denso di tematiche: il digitale contrapposto alla stampa nell’editoria, la politica sui social, il rapporto tra finzione e realtà, il cinema e le serie televisive. Tutti questi argomenti vengono magistralmente orchestrati all’interno di un’opera forse eccessivamente verbosa ma che colpisce per la grande eleganza, formale e di contenuti. (3,5 stelle su 5)
Tra i film visti durante la giornata anche Continuer di Joachim Lafosse (Giornate degli Autori), il racconto del tentativo di una madre di recuperare il rapporto con il figlio attraverso un viaggio in Kirghizistan. Il regista belga abbandona gli interni opprimenti di Dopo l’amore per gli spazi interminabili della natura selvaggia, ponendo però sempre al centro un rapporto compromesso e da ricomporre. La scelta di aprirsi finisce paradossalmente, però, col restringere il campo del suo sguardo. Continuer semplifica le relazioni affascinanti che erano una cifra del suo modo di fare cinema e diventa l’ennesimo on the road, più fisico che mentale. (2,5 stelle su 5)
A domani con Peterloo di Mike Leigh e il temutissimo Suspiria di Luca Guadagnino.
Sergio