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Vermiglio recensione film di Maura Delpero con Tommaso Ragno [Venezia 81]

Gran Premio della giuria alla regista italiana Maura Delpero a Venezia 81: Vermiglio, la recensione in diretta dalla Mostra

Vermiglio recensione film di Maura Delpero con Tommaso Ragno, Carlotta Gamba, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi e Sara Serraiocco

Mentre il cinema per le masse prosegue il suo faticoso percorso verso una gravosa disintossicazione dal patriarcato, il parallelo movimento del cinema cosiddetto ‘impegnato’ sembrerebbe aver precorso una scorciatoia in grado di proiettarlo svariate stagioni in avanti rispetto all’industria dedicata al grande pubblico. La causa di tale balzo appare piuttosto evidente e risiede senza dubbio alcuno nel gran numero di registe e sceneggiatrici attive nel circuito del cinema d’autore (autrice) contemporaneo.

Testimonianza piuttosto fulgida giunge dalle ultime edizioni della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove l’accento socio-politico dei lungometraggi selezionati è più volte ricaduto sulla condizione della donna, sia in relazione al passato che alla contemporaneità. L’81esima edizione della Mostra non poteva di certo esimersi dal proseguire con vigore su questo fecondo sentiero di redenzione e ristrutturazione dello status quo sinora vigente e, difatti, il concorso ufficiale ci dona una perla lucente, partorita dalla brillante mente di Maura Delpero.

Con Vermiglio la Delpero riapre elegantemente l’ormai nota dicotomia tra ragione e sentimento, facendo coincidere, quantomeno sul piano squisitamente drammaturgico, il primo con la figura maschile e il secondo con le numerose e fascinose figure femminili che popolano le inquadrature del lungometraggio.

Carlotta Gamba
Carlotta Gamba (Credits: Cinedora/Lucky Red)

Non è un caso che la regista classe 1975 si serva dell’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale come cornice temporale degli eventi narrati, così che il tutto – almeno secondo la nostra umile interpretazione – possa fungere da feconda rappresentazione dell’atavico e polveroso paradigma che vede la donna (pre)occupata a sviluppare la dimensione emotivo-affettiva, mentre l’uomo quella razionale.

In questo caso, tuttavia, la Delpero aggiunge un peso da novanta capace di elevare ulteriormente gli esiti della pellicola e della sopracitata tesi: l’opprimente figura di un professore – interpretato magistralmente da Tommaso Ragno – espande all’inverosimile il potenziale socio-politico dell’opera, ponendo al centro dell’economia poetica di Vermiglio il sopracitato conflitto tra l’esasperato raziocinio di un uomo di cultura e l’acuta dimensione emotiva coltivata dalla sfera femminile della famiglia.

È così che minuto dopo minuto va formandosi uno scintillante mosaico, all’interno del quale la dimensione familiare funge da raffinato manifesto della condizione femminile nello scorso secolo, utile anche e soprattutto a ricordarci l’inquietante ed emblematica adiacenza della contemporaneità con un’infausta stagione della nostra storia.

Sintesi

Maura Delpero mette in scena un dramma in costume capace di comunicare con efficacia alla contemporaneità, attraverso la fine disamina di un'ordinaria dinamica familiare del diciannovesimo secolo nostrano, firmando uno scintillante mosaico che compone un raffinato manifesto della condizione femminile nello scorso secolo.

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