Le fiabe in versione Disney sono state oggetto di moltissimi studi ed, al contempo, di molte critiche, sia per i contenuti, spesso modificati rispetto alle versioni originali delle fiabe, sia per la grafica dei cartoons; eppure, oggi, chiunque imiti anche solo vagamente la grafica di una principessa Disney o l’outfit di un suo abito rischia di incorrere in multe salatissime!
Di fatto, Disney ha segnato un capitolo di storia, ed ogni volta che sentiamo le parole “C’era una volta…” non possiamo fare a meno di sentirci immediatamente proiettati dentro un mondo di tappeti volanti, zucche che si trasformano in carrozze e specchi parlanti, un mondo nel quale (a differenza dell’universo dei Grimm da cui spesso le fiabe Disney traggono ispirazione) esiste sempre e comunque il lieto fine.
Valeria Fumagalli, autrice e produttrice nell’ambito della Televisione e dell’Editoria, appassionata da sempre di fumetti e cartoons, ha deciso di omaggiare il genio di Walt Disney in un suo saggio edito da HOW2 Edizioni: “L’uomo dei sogni”. Che, in questo, caso, non è il principe azzurro, ma Walt in persona. L’abbiamo intervistata per voi lettori di MadMass.it.
1- Valeria, sei legata per qualche motivo particolare alla figura di Walt Disney?
Credo di essere legata a Walt Disney più o meno come tutti i bambini della mia generazione e delle generazioni successive e precedenti alla mia. Siamo tutti cresciuti con i cartoni animati Disney, ognuno di noi custodisce in un cassetto la videocassetta o il dvd del cartone a cui era più legato da piccolo e nella maggior parte dei casi si tratta di un classico Disney. Nel mio caso poi, io ho sempre amato disegnare fin da piccola quindi quando vedevo quei disegni, quei colori, quei personaggi così pieni di vita impazzivo! Credo di aver esasperato mia madre riempiendo la casa di disegni, onestamente brutti, di Ariel e del granchio Sebastian!
2 – Quale ricordi essere il primissimo cartone animato Disney che vedesti?
Il primissimo visto al cinema è stato –appunto- La Sirenetta, forse è per questo che ho dedicato il primo capitolo del mio libro ad Ariel. Ricordo che mio padre portò al cinema me e mia sorella. Era un pomeriggio di Novembre, non pioveva ma era piuttosto nuvoloso, insomma era proprio una di quelle giornate “da cinema”. Penso che mio padre decise di portarci a vederlo per tenerci buone per almeno un’oretta, non credeva di dover passare l’intero pomeriggio nella sala cinematografica a vedere e rivedere lo stesso film come poi di fatto capitò. Ci piacque davvero tanto!
3- Perché pensi che oggi siano importanti le favole?
In realtà penso che le favole siano state importanti in tutte le epoche. Le favole rispondono a dei bisogni che probabilmente ogni essere umano ha sempre avuto: il bisogno di evasione, il bisogno di intrattenimento, il bisogno di credere in qualcosa o di identificarsi in qualcuno, il bisogno di imparare. Le favole sono sempre esistite, sono cambiati i mezzi e i modi con cui vengono raccontate e probabilmente oggi abbiamo più necessità di supereroi che di topolini ma sicuramente una cosa è certa: le favole oggi come ieri sono importanti, perché sono il più grande veicolo di conoscenza e anche di speranza. Inoltre, le favole ben raccontate sono quelle che stimolano la nostra mente a farsi delle domande su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato o anche solo ad affrontare una tematica a cui magari non avremmo mai pensato prima.
4- Pensi che in un mondo popolato di alieni, mutanti ed Avengers che futuro avrà la Disney?
Disney pensava alla sua azienda come ad un “essere in costante crescita”, ha sempre cercato l’innovazione e anche la maggior parte dei classici sono riadattamenti di storie già esistenti e conosciute. Il fatto che nel nostro periodo storico vadano di moda i mutanti, gli alieni e gli Avengers e che la Disney produca film su di loro non stona con la filosofia di base del suo creatore. Walt Disney è sempre stato molto bravo a predire i cambiamenti e ad interpretare il periodo storico e il contesto sociale in cui i suoi film venivano prodotti. Il fatto che al giorno d’oggi i supereroi piacciano così tanto ci fornisce un buon indizio sui bisogni della nostra società. Dopotutto Captain America nasce con il preciso scopo di incarnare gli ideali della società americana nel pieno della seconda Guerra Mondiale e Spider Man è stato creato da Stan Lee (che purtroppo ci ha lasciato da pochissimo) con l’intento di accostarsi ad un pubblico, quello dell’America della Guerra Fredda, che non riesce ad entrare in sintonia con l’eroe perfetto e inattaccabile ma preferisce avvicinarsi al supereroe che vive problemi quotidiani. Anche questi personaggi hanno una lunga storia alle spalle e sono cresciuti, e cambiati, insieme al pubblico di cui sono rappresentanti.
Forse quello che dovremmo chiederci è, piuttosto: quale tipo di presente o di futuro rispecchiano i personaggi della nuova generazione Disney?
5 – Parlaci della tua attività come scrittrice ed autrice.
Non sono certa di potermi definire esattamente un’autrice, forse perché nella mia testa gli “Autori” con la A maiuscola sono quelli veramente inarrivabili alla J.K. Rowling, giusto per citarne una che sicuramente rappresenta al meglio quella categoria. Credo di identificarmi di più nel primo termine che hai indicato nella domanda, ovvero “scrittrice”. Sono una persona che porta avanti la passione per la scrittura in un mondo dove ormai tutti scrivono più o meno bene. La cosa che preferisco di più è scrivere storie, credo che immaginare dei mondi fin nei minimi dettagli, dare vita e carattere a dei personaggi nuovi sia la cosa più bella in assoluto, quella che più soddisfa uno scrittore. C’è una frase di Virginia Woolf che dice: “Ciò che voglio è avere l’uso incondizionato di un altro mondo” penso che questo sia il comun denominatore per tutti quelli che hanno la passione per la scrittura.
6 – Sogni (o favole) nel cassetto?
Direi tutti e due. Ci sarebbe una favola per bambini alla quale sto pensando dalla scorsa primavera ma che per il momento non ha ancora preso una forma precisa. Mentre c’è un personaggio che mi tormenta la mente da un molti anni, il sogno più grande sarebbe quello di vederlo realizzato in una graphic novel o, ancora meglio, in una serie live action… ma per il momento rimane lì, nel cassetto dei sogni!
Ringraziamo dunque Valeria, che con le sue parole ci stimola, ancora una volta, a sognare, come del resto predicava sempre il protagonista del suo saggio: “Se puoi sognarlo, puoi farlo.” (Walt Disney)