WandaVision recensione Episodio 3 ed Episodio 4 della serie TV Disney+ con Elizabeth Olsen, Paul Bettany, Kathryn Hahn, Teyonah Parris, Kat Dennings e Randall Park
Dopo essere stati storditi e circuiti dai primi episodi di WandaVision – date un’occhiata alla nostra recensione – gli ultimi due capitoli della serie TV che avuto l’onere di aprire ufficialmente la Fase 4 del Marvel Cinematic Universe rappresentano il ritorno nel recinto di una narrazione che sembrava essere stata pensata per far perdere la bussola a tutti gli appassionati dell’estetica cinematografica Marvel.
Il bianco e nero, la sitcom patinata americana, l’aspect ratio stesso avevano alimentato discussioni fatte di lodi sperticate e aspre bocciature, in una corsa forsennata all’analisi frame by frame per scovare brandelli di trama, easter egg e riferimenti sottilissimi per gli addicted duri e puri. Con il terzo e il quarto episodio è il momento di rassicurare e cominciare a spiegare cosa c’è davvero sul banco per evitare troppe complicazioni.
La ridente cittadina in cui Wanda Maximoff e Visione vivono un vita impossibile non è del tutto irreale. si chiama Westview ed è fatta di mattoni e cemento. Su di essa però il personaggio interpretato da Elizabeth Olsen ha creato un campo elettromagnetico che ha letteralmente cancellato la zona dalle mappe e dalla mente dei residenti. Tutto quello che succede al suo interno, tutto quello che viene presentato e intercettato come segnale televisivo è frutto dei suoi poteri e di uno stato psichico non meglio identificato, che alterna all’incoscienza momenti di lucidità e efferata brutalità.
Molti degli elementi che stridevano con l’inquietante idillio dei primi episodi, iniziano a trovare ora una spiegazione e un contesto più comprensibile. L’identità di Geraldine, interpretata da Teyonah Parris, e la sua espulsione dalla realtà artefatta, le intrusioni di voci e personaggi misteriosi riportano su binari più dolci e confortevoli l’arco narrativo con un cambio di rotta deciso.
WandaVision torna insomma ad assomigliare nel suo complesso ai prodotti Marvel che conosciamo, con tutti i pro e i contro del caso. C’è chi avrebbe preferito mantenere lo stravolgimento stilistico dei primi episodi per un capitolo diversamente entusiasmante, mentre il fronte del ready made non aspettava altro che il ritorno all’ordine naturale del Marvel Cinematic Universe.
Resta da capire, con gli episodi rimanenti, se la prima serie tv targata Disney+ sarà solo un tassello di cui avremmo potuto fare a meno, al netto delle informazioni utili per il progetto complessivo, o una svolta rispetto al canone standardizzato che ha fatto le fortune di Kevin Feige.