What If…? Stagione 2 recensione serie TV animata Marvel Studios di AC Bradley [Disney+]
Seconda stagione della serie animata Marvel in cui tutto è possibile: What if…?.
Ispirandosi all’omonima collana fumettistica, questo prodotto seriale della Casa delle Idee mette in scena storie alternative in cui tutto può succedere e i personaggi vivono vicende parallele rispetto a quelle canoniche a cui siamo abituati.
What If…? già la prima stagione aveva sorpreso con domande quali E se… Thor fosse stato figlio unico? E se… Ultron avesse vinto? Ma l’episodio di maggior successo era stato sicuramente E se… Captain Carter fosse il primo Vendicatore? Proprio il grande entusiasmo suscitato da questo personaggio nella prima stagione lo ha reso protagonista della seconda. Tra tutti e 9 gli episodi, infatti, lo ritroviamo in ben tre puntate.
Anche qui è presente un file rouge narrativo che collega gli eventi tra loro, fino ad intrecciarli nell’episodio finale. Voce narrante è sempre l’Osservatore, colui che può vedere tutto ciò che accade nei vari multiversi. Questa volta gli eroi protagonisti, oltre a Captain Carter, sono Nebula, un giovane Peter Quill, Happy Hogan, Iron Man, Kahhori, Hela, Doctor Strange e gli Avengers, sebbene in vesti (ed epoche) diverse.
Interessante il personaggio di Kahhori, il primo originale MCU inventato ex novo da Kevin Feige & Co., eroina Mohawk che riceve i propri superpoteri dal Tesseract. Kahhori conferma la partenza di un progetto di ristrutturazione Marvel, che anziché continuare a produrre sequel e prequel sugli stessi eroi si sta forse orientando verso storie più nuove e più fresche. L’augurio è che questo personaggio non rimanga un esperimento animato ma venga sviluppato anche nei prodotti audiovisivi live action. Kahhori potrebbe essere l’elemento vincente per rilanciare la Marvel dopo i recenti flop.
Per quanto riguarda gli altri racconti, degni di nota sono: la parabola shakespeariana di Hela, in un remake del primo Thor; lo sliding doors di Iron Man, in cui Tony Stark finisce prigioniero su Sakaar e la rivincita di Happy Hogan, che avrà una svolta inaspettata. L’ultimo episodio invece è un celebrativo Endgame 2.0, in cui ritornano tutti i personaggi delle puntate precedenti e brillano alcuni Easter Eggs, forse realmente apprezzabili solo dai fan Marvel più accaniti.
Uno dei punti deboli e forse un grande limite di questa serie è la fruibilità limitata. Per poter godere di questi prodotti a 360°, infatti, è necessario conoscere approfonditamente i prodotti Marvel, soprattutto i film dell’MCU e le declinazioni assunte dai vari personaggi attraverso le trasposizioni cinematografiche. Sebbene prenda spunto dall’albo fumettistico, è molto meno radicale dei comics eppure molto meno fruibile, perché a livello di sceneggiatura poggia su dettagli meno universalmente noti.
Un grande punto di forza è la potenzialità illimitata di sviluppo narrativo: potrebbero nascere infiniti What if…?, soprattutto grazie all’introduzione del Multiverso che, già di per sé, moltiplica esponenzialmente le storie possibili.
Un altro pregio è la genialità delle varianti che, in alcuni casi, risultano veramente interessanti, soprattutto agli occhi dei fan più sfegatati che conoscono nel dettaglio il Marvel Cinematic Universe.
Ultimo punto a favore è l’animazione, che oltre ad essere piacevole e coerente con la controparte live action, rende tutto molto più credibile e rispecchia lo stile fumettistico Marvel degli ultimi anni. Nel complesso è un prodotto riuscito e godibile, anche grazie alla breve durata dei singoli episodi, tutti intorno ai 30 minuti.