Wolfs – Lupi solitari recensione film di Jon Watts con Brad Pitt, George Clooney, Amy Ryan e Austin Abrams [Venezia 81]
Negli ultimi anni, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha visto un’evoluzione significativa, con una crescente contaminazione statunitense che ha sdoganato definitivamente una tipologia di film lontana dall’archetipo classico del “film da festival”. Tradizionalmente, si prediligono prodotti poco interessati alla risposta del grande pubblico e più preoccupati ad entrare, anche forzatamente, in quell’elitario calderone dei cosiddetti film d’autore.
Tra i numerosi ed eterogenei esempi di questa tendenza presenti nel programma dell’eclettica kermesse veneziana, possiamo segnalare con convinzione il chiacchieratissimo Wolfs – Lupi solitari di Jon Watts. Il film vanta un cast altisonante con Brad Pitt e George Clooney, pronti a garantire ad Apple Studios un nuovo successo commerciale, utile a trainare la faticosa ma inesorabile rincorsa al gigante rosso, Netflix.
Ben prima della proiezione, era bastato dare un rapido sguardo alle prime immagini trapelate in rete per odorare l’intenso profumo (per alcuni si dovrebbe dire ‘tanfo’) della poderosa operazione nostalgia concepita da Watts, le cui intenzioni, conoscendo i precedenti lavori in cui Pitt e Clooney hanno condiviso la scena, erano a dir poco manifeste.
Due dei più amati divi del panorama cinematografico contemporaneo, Brad Pitt e George Clooney, si sono nuovamente riuniti in un progetto che promette di fare scalpore. La loro precedente collaborazione nella celebre saga di Ocean’s ha consolidato una chimica invidiabile, tanto da diventare il vero nucleo editoriale del franchise. La sinergia tra Pitt e Clooney, infatti, è stata uno degli elementi chiave che ha giustificato il successo e la continuazione della saga.
Difatti, se c’è un ingrediente di Wolfs – Lupi solitari su cui appare difficile nutrire riserve, è proprio quello relativo alla gestione dei due pezzi da novanta posti al centro della sua economia narrativa, il cui carisma fisico-interpretativo ben si sposa ad una sceneggiatura e una regia letteralmente cucite intorno alle rinomate qualità del proprio roboante cast.
Tuttavia, recuperare pedissequamente la magnetica alchimia già sperimentata nella fortunata saga di Ocean’s, sembrerebbe non assicurare a Watts e colleghi alcuna garanzia di qualità, poiché, se sul piano prettamente commerciale Wolfs – Lupi solitari darà senza dubbio le sue soddisfazioni, a livello squisitamente cinematografico la sensazione dominante è che questo non aggiunga sostanzialmente nulla al proprio genere, di cui recupera con sorprendente monotonia stilemi e abitudini più collaudate.