Work It recensione film di Laura Terruso con Sabrina Carpenter, Jordan Fisher, Liza Koshy, Indiana Mehta, Michelle Buteau e Drew Ray Tanner
Prodotto da Alicia Keys e disponibile su Netflix, Work It racconta la storia di Quinn Ackerman, ragazza all’ultimo anno di liceo interpretata da Sabrina Carpenter, che ha passato tutta la vita a prepararsi per poter entrare alla Duke University. Ogni attimo della sua vita è stato dedicato al raggiungimento di quell’obiettivo, con il risultato di avere una candidatura per il college praticamente perfetta, standard, ma senza… personalità.
Al colloquio per poter entrare all’università si ritrova così a mentire alla selezionatrice e le fa credere di appartenere al gruppo di danza della scuola, i Thunderbirds. Quinn che ovviamente non ha mai ballato. La sua strada per il college prende così una piega inaspettata e si ritroverà a fondare il proprio gruppo di ballo, per poter partecipare e vincere la competizione tra i gruppi di ballo delle scuole Work It.
Se non ci si sofferma troppo sui dettagli della trama, manifestamente un po’ leggera, Work It è decisamente una jukebox dance comedy godibile ed interessante e dalla colonna sonora pazzesca – da Gloria Estefan a Dua Lipa, Normani e Meghan Trainor – che porta lo spettatore a ritrovarsi a condividere con la protagonista la smania di raggiungere i propri obiettivi.
Spesso ci si ritrova così concentrati sul raggiungimento del proprio sogno da perdere la bussola. È fin troppo facile rimanere intrappolati nel percorso che siamo sicuri ci porterà al raggiungimento del risultato. Ci ossessioniamo e il nostro sogno diventa un pensiero fisso, così come il tragitto per raggiungerlo, ma avremo davvero successo in questo modo? O come per Quinn incontreremo un ostacolo che ci farà rivalutare tutto in prospettiva?