Yellowstone 5 recensione quinta stagione serie TV di Taylor Sheridan con Kevin Costner, Luke Grimes, Kelly Reilly, Wes Bentley, Cole Hauser, Kelsey Asbille, Brecken Merrill e Jefferson White
Ritorna su Sky con la prima parte della quinta stagione Yellowstone, la saga della famiglia Dutton nel selvaggio Montana moderno.
Nel corso degli episodi dal 2018 ad oggi, la popolarità e l’influenza della serie ha raggiunto livelli tali da permettere al suo showrunner Taylor Sheridan di immergersi a piene mani in questo universo, portando sul piccolo schermo spin-off per continuare ad approfondire le radici dei Dutton. Da 1883 a 1923 disponibili su Paramount+ e 1944 e 6666 tuttora in produzione. I piani per non far tramontare il sole sulle praterie di Yellowstone sembrano quindi ben avviati. Così come sembra ben avviata la conclusione della serie madre.
L’aria che si respira in questa prima parte di stagione infatti è sempre più tesa e cupa. John Dutton (Kevin Costner) ha vinto la campagna ed è pronto a giurare come Governatore del Montana. Questa nomina però è pronta a lasciarsi dietro tanti nemici. Il suo ruolo sarà sempre a cavallo tra il novello politico e l’esperto cowboy. Un sguardo che apparirà sempre più stanco appesantito e malinconico nel tentativo di proteggere la sua eredità. Allontanandosi sempre di più da una violenza diretta come una congrua evoluzione di un personaggio che maturando inizia a tirare le somme della propria vita. La burocrazia, il ruolo istituzionale ed i continui impegni politici sono pronti a farla da padrone ed in ogni momento pronti ad azzannare senza pietà Dutton che si lascia sempre più alle spalle il suo ranch.
Sin dalle prime stagioni, il tema urbanistico ed ambientalista era stato toccato, ma è in questa stagione che la cementificazione selvaggia e senza scrupoli diventa la vera minaccia. Forse la più spietata che abbia mai rischiato di abbattersi sulla famiglia Dutton. Dove si potrà arrivare per tentare di salvare il ranch? Che sì sicuramente è fallace, è un mondo magari lontano e anacronistico, ma è necessario che sopravviva e che venga protetto. Nel West di Sheridan si ritrovano i valori semplici, i paesaggi rurali e la famiglia, concetti che si rischia di perdere nell’iper-civilizzazione moderna e forsennata.
Nella famiglia infatti, Yellowstone ha avuto il suo motore narrativo nel corso degli anni. Nelle relazioni interne, nelle faide, nei suoi scontri, che anche qui saranno ovviamente presenti. Certo senza andare a stravolgere i ritmi narrativi e gli sviluppi caratteriali già ben collaudati. Mantenendo però, grazie alla capacità magnetica di personaggi costruiti nel tempo, di incollare lo spettatore allo schermo. La sensazione principale è di trovarsi infatti di fronte ad una storia sicuramente ben rodata che sta giusto riposizionando le ultime carte in attesa dell’all-in finale.
Taylor Sheridan ha il pieno controllo dei fili che muovono la storia, nel Montana moderno riesce a riportare in vita il mito del cowboy. Questa figura topos del cinema americano del XX secolo, viene però aggiornata, arricchita e posta in un mondo tecnologico. Nulla di nuovo per chi segue assiduamente le opere dell’autore di Sicario e Hell or High Water, ma particolarmente fresco se immesso nel panorama televisivo attuale. I suoi cowboy sono reali e profondi, rifuggono dal tentativo di lasciare una morale forzata. In un contesto più lungo come una serie televisiva è comunque difficile non cedere nell’esagerazione del dramma familiare, unificando il tutto però nella figura carismatica di John Dutton solo al comando. Alimentando e aggiornando un mito che è tradizione ed essenza del cinema americano.
Yellowstone è un po’ un esempio di questo rinfresco della figura del cowboy, nel riuscire a raccontare i problemi dell’America presente basandosi su una figura che viene dal passato. America più lontana e selvaggia, ma proprio per questo estremamente affascinante e chiave del successo della serie. Seppur la storia di John Dutton sembra avviata verso il termine, la sua eredità potrebbe quindi essere ben più importante del semplice ranch.